E la coalizione antifrancese
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January 29, 2023

La prima coalizione antifrancese negli anni (1792-1797) fu il primo tentativo delle potenze europee di rovesciare la repubblica rivoluzionaria francese. Fu un'unione di alcuni paesi europei, tra cui principalmente Gran Bretagna (che partecipava a tutte le coalizioni), Austria, Prussia, Paesi Bassi e Spagna, conclusa dopo la notizia della ghigliottina del monarca francese Luigi XVI. Gli alleati non volevano permettere la diffusione di idee rivoluzionarie in Europa, come annunciato dall'Assemblea nazionale. Questi stati intrapresero una serie di attacchi per terra e per mare, con la Prussia e l'Austria che attaccarono dalla Repubblica delle Province Unite e dal Reno, mentre la Gran Bretagna sostenne le rivolte monarchiche nelle province francesi e prese l'assedio di Tolone. La Francia, di fronte alla sconfitta nella battaglia di Neerwinden (18 marzo 1793) e a un grave colpo interno, che furono le guerre Wandejskie, rispose con tutta la sua forza: il Comitato di salvezza pubblica istituito il 6 aprile dalla Convenzione annunciata levée in massa, nominando tutti gli uomini dai 18 ai 25 anni sotto le armi. I nuovi eserciti francesi sconfissero gli invasori e spostarono la guerra oltre i propri confini. Il 5 maggio 1795, i francesi fondarono il primo stato satellite - la Repubblica Batava, e in base al primo trattato di pace concluso a Basilea, presero la Renania dalla Prussia. La Spagna ha concluso un trattato di pace separato con la Francia. Il successo indusse la direzione francese ad adottare un piano di conquista di ulteriori stati tedeschi e dell'Italia settentrionale controllati dagli austriaci. A nord delle Alpi, l'arciduca Carlo Ludovico d'Asburgo prese il controllo della situazione nel 1796, ma nel nord Italia, il generale Napoleone Bonaparte intraprese una serie di azioni vittoriose contro la Sardegna e l'Austria (1796–1797) intorno alla Pianura Padana, culminate nel Leoben e i trattati di pace di Campoformio nell'ottobre 1797. La coalizione è crollata e la Gran Bretagna è rimasta sola nella guerra contro la Francia.
Lo sfondo e l'inizio della lotta
Dal 1791, i monarchi europei osservarono con preoccupazione in Francia, chiedendosi se dovessero intervenire, sia per aiutare il re Luigi sia per utilizzare per i propri fini il caos in cui la Francia sembrava precipitare. Una figura chiave fu il sovrano del Sacro Romano Impero, Leopoldo II d'Asburgo, fratello della regina di Francia Maria Antonietta, che inizialmente osservò la rivoluzione con indifferenza, ma quando a Parigi sorse un sentimento radicale, iniziò a prendere una posizione ostile, sebbene sperava ancora di evitare la guerra. Il 27 agosto Leopoldo e il re di Prussia Federico Guglielmo, d'accordo con gli aristocratici emigrati francesi, emanarono il cosiddetto la Dichiarazione Pillnitz, in cui difendevano il re Ludwig e la sua famiglia, prefigurando terribili conseguenze se fosse successo loro qualcosa. E sebbene per Leopold il documento di Pillnitz fosse un procuratore e non avesse lo scopo di prendere provvedimenti contro la Francia, le autorità rivoluzionarie lo presero come una minaccia e reagirono immediatamente. Oltre alle differenze ideologiche tra la Francia rivoluzionata e le monarchie della vecchia Europa, c'era una disputa costante sui possedimenti imperiali in Alsazia, e i francesi erano sempre più irritati dall'agitazione degli emigrati monarchici all'estero, specialmente nei Paesi Bassi e nei piccoli stati tedeschi. Di conseguenza, dopo un discorso accusatorio all'Assemblea nazionale il 20 aprile 1792 del ministro degli Affari esteri Dumouriez, la Francia dichiarò guerra all'Austria. Dumouriez preparò un attacco immediato ai Paesi Bassi austriaci, dove sperava in una rivolta della popolazione locale contro gli invasori austriaci. Tuttavia, l'esercito, consumato dal tumulto rivoluzionario, era troppo debole per attaccare e difendersi. I soldati disertaronoTitoli di articoli correlati
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